L’espressività corporea come strumento di contrasto e denuncia del body shaming
IL PROGETTO
Ognuno di noi ha un corpo: da amare, accogliere, proteggere.
E lui ha molto da raccontarci…
Sempre più spesso assistiamo sui social al fenomeno del body shaming (da body: corpo e shame: vergogna): il giudizio che viene dato sulle forme del corpo, criticandole attraverso commenti negativi e offensivi. Nel body shaming gli insulti, i giudizi e gli attacchi colpiscono l’aspetto fisico aumentando così il senso di vergogna e le insicurezze delle vittime.
IL RUOLO DEI SOCIAL
Purtroppo il mondo dei social ha creato dei canoni di bellezza rigidi e inarrivabili, dovuti anche all’utilizzo di foto ritoccate e filtrate, allo scopo di nasconderne i difetti, negando così le diversità di ognuno e la bellezza dell’imperfezione. Il fenomeno è talmente diffuso che molti smartphone applicano il filtro di bellezza in modo automatico abituandoci così a distorcere l’immagine corporea di ognuno di noi.
Ne consegue che ogni caratteristica fisica (corpo, parti intime, naso, bocca…) può essere ridicolizzata, offesa se non considerata rigidamente corrispondente a canoni di bellezza predefiniti. Il fenomeno ovviamente può colpire tutte le persone, di qualsiasi genere, età o etnia, anche se l’impatto sugli adolescenti riveste un problema molto importante nel contesto sociale, incidendo sulla costruzione dell’immagine corporea in un periodo del ciclo di vita in cui la personalità si sta ancora formando e le insicurezze sono accentuate.
Purtroppo i dati sono allarmanti: circa il 94 % delle ragazze e il 64% dei ragazzi adolescenti sono colpiti dal fenomeno del body shaming. Ovviamente i meccanismi di offesa del corpo erano presenti anche prima dell’avvento dei social media, ma la cassa di risonanza creata dalla tecnologia fa sì che l’impatto sull’autostima e la personalità dei ragazzi soprattutto in una fascia d’età così delicata diventi potentissima.
Infatti, i principali effetti del body shaming sulle vittime riguardano in particolare il concetto di autostima, portando a una riduzione delle sicurezze personali ed a un aumento dello stato d’ansia. Questo, nei casi estremi, può sfociare in una vera ossessione per l’aspetto fisico e in un disagio concreto nei confronti del proprio corpo.
Spesso chi giudica non si rende neanche conto del danno che riesce a provocare nell’altro, ritenendo i propri commenti un semplice suggerimento; in altri casi invece le offese sono create e mirate allo scopo preciso di far star male le persone. In entrambi i casi, alla base, c’è comunque la mancanza di empatia, che non permette di far comprendere il senso di colpa e il malessere generato da parole che feriscono.
Il progetto mira a rafforzare la consapevolezza di quei soggetti che possono essere protagonisti attivi e passivi di body shaming attraverso l’espressività corporea e l’uso della tecnologia, cercando di rivalorizzare il corpo e di creare una educazione all’uso consapevole e corretto della tecnologia e dei social media.
Il progetto è rivolto a ragazzi/ragazze che frequentano il terzo anno della scuola secondaria di primo grado o che frequentano la scuola secondaria di secondo grado. Il suo obiettivo principale è quello dell’educazione affettiva dei ragazzi e l’utilizzo consapevole e corretto dei nuovi mezzi di comunicazione (social media). Ovvero, quello di educare i ragazzi al rispetto del proprio corpo e del corpo degli altri attraverso la costruzione e l’utilizzo di video, in modo da creare una vera e propria campagna di sensibilizzazione sul tema del body shaming. Infatti, attraverso l’espressività corporea, i ragazzi sperimenteranno il valore del proprio corpo e costruiranno un messaggio rivolto ai loro pari sul rispetto e la valorizzazione di questo.
OBIETTIVI SPECIFICI:
– Rafforzare l’intelligenza emotiva per riuscire a comprendere che cosa possa generare il fenomeno del body shaming da un punto di vista psicologico e aumentare di conseguenza il rispetto nei confronti degli altri.
– Riappropriarsi di una consapevolezza corporea maggiore e incrementare l’accettazione delle proprie e altrui caratteristiche.
– Ridimensionare il valore e l’impatto dei social sulla propria vita, sulla propria autostima e personalità.
– Incrementare la capacità di gestione dei video tramite smartphone, per utilizzare i social in modo consapevole, positivo ed utile.
– Realizzare una campagna in cui i ragazzi siano ideatori di un prodotto video e protagonisti per mezzo dello stesso contro il fenomeno del body shaming attraverso l’espressività corporea.
– Rafforzare nei ragazzi le capacità di lavoro di gruppo introducendoli a un linguaggio comunicativo tramite video, con lo scopo di far loro gestire un progetto complesso secondo il percorso obiettivo=>idea=>progetto=>prove=>realizzazione=>pubblicazione, che abbia un senso preciso nelle finalità individuate.
PRIMO INCONTRO:
Nel primo incontro si condivideranno scopi e obiettivi del progetto insieme al gruppo classe. Verrà trattato il tema del body shaming, attraverso foto e video trovati sui social, cercando di coinvolgere fin da subito i ragazzi, inducendoli a riflettere sul loro concetto di rispetto e sulla rigidità dei canoni di bellezza proposti dai media. Verrà poi approfondito il fenomeno del body shaming sui social media e la pericolosità di certe azioni diffuse di odio.
SECONDO INCONTRO:
Nel secondo incontro verrà proposta un’esperienza di body painting, tecnica utilizzata in arteterapia per attivare un processo di presa di consapevolezza del proprio corpo, dei suoi confini e delle sue singole parti. L’esperienza permetterà di riflettere e prendere confidenza con il proprio corpo e con il corpo degli altri.
DAL TERZO AL SETTIMO INCONTRO:
Il progetto prevederà la realizzazione di mini pillole video, della durata massima di un minuto, la cui costruzione (tecnica ed interpretativa) sarà in totale collaborazione con il gruppo-classe partecipante. L’attività prevederà la suddivisione in piccolissimi gruppi di tre elementi.
La formula comunicativa scelta sarà quella della “danza espressiva”: con l’aiuto di un coreografo, i ragazzi saranno chiamati a rappresentare scene in cui i loro volti e i loro corpi raccontino le dinamiche del body-shaming e del disagio conseguente. Queste scene saranno filmate dagli studenti stessi, con la supervisione di un professionista; il piano prevede una totale interscambiabilità dei ruoli, in modo che “tutti facciano tutto”. Il totale dei video così prodotti potranno costituire materiale per una campagna di sensibilizzazione e contrasto del disagio derivante da questo tipo di violenza.
Le modalità organizzative prevederanno un’introduzione collettiva al lavoro, alcune prove tecniche (sulla ripresa video) ed espressive ( danza) per i gruppi già divisi, ed infine la realizzazione dei filmati finali.
I concetti sui quali lavoreremo durante la realizzazione dei video saranno i seguenti:
– Familiarizzazione del gruppo con il concetto di espressione corporea e di improvvisazione per creare un “punto zero”, ossia un punto di partenza comune che prescinda dalle esperienze dei singoli.
– La definizione degli obiettivi espressivi, di linguaggio e di produzione dei video.
– La scelta delle location interne alla scuola per girare i video finali.
Ogni momento, sia “coreografico” che legato alla realizzazione tecnica dei video, non sarà imposto, ma realizzato insieme, allo scopo di dare spazio alle idee degli studenti partecipanti.
L’improvvisazione sarà il concetto cardine del progetto: lavorare con l’improvvisazione significa condurre gli studenti alla scoperta di una serie di caratteristiche di sè, sia fisiche (il corpo) che caratteriali (la mente) che relative agli interessi di ciascuno. La linea guida sarà la totale interdipendenza tra le varie attività espressive che gli studenti saranno chiamati ad esprimere.
Ogni performance creata, ambientata nella scuola, della durata di circa 30 secondi, racconterà un aspetto del body-shaming come concepito dai ragazzi. Ogni performance avrà una propria forma espressiva, un chiaro racconto, un’ ambientazione specifica. Ogni filmato avrà quindi valore in sé, ma è fondamentale prevedere una continuità di messaggio in modo da avere un livello di comunicazione complessivo dell’intero patrimonio video realizzato.
OTTAVO INCONTRO:
L’ultimo incontro si concentrerà sull’aspetto legale del body shaming, sottolineando le responsabilità e i diritti delle persone quando si trovano a dover affrontare il fenomeno. Più in generale, si parlerà di diritto alla salute e al benessere psicofisico e sociale: il body shaming come forma di violenza fisica, psicologica, economica, sessuale e di intimità, quale atto discriminatorio in violazione dei diritti umani. Il legale aiuterà gli studenti a conoscere il ruolo e i compiti delle istituzioni e le iniziative atte a favorire la lettura consapevole della violenza, la prevenzione – anche in termini di privacy – e il contrasto alle cause che inducono vulnerabilità, la protezione e il risarcimento delle vittime.
Al termine degli incontri, i video saranno pubblicati sui social media e verrà chiesto all’istituto scolastico di condividerli eventualmente durante un’assemblea di istituto organizzata appositamente.
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